Leggo e posto la lettera di Roberta. Dice tutto. E di più. E dalle istituzioni, un silenzio assordante.
Gentili Signori,
Sono una donna di 51 anni che vede il Vs. operato, e
non mi permetterei mai di criticarlo negativamente, se non fosse che, per
quanto riguarda il problema occupazionale, Voi fate sempre riferimento ai giovani.
Dovreste tenere presente che , in Italia, c’è una fascia di persone che hanno
superato i 40 anni e che, per cause non attribuibili a loro, si trovano senza
un’occupazione ed oltretutto fanno fatica a reinserirsi nel mercato del lavoro.
Tutto questo perché vengono considerati da tutti come “Merce da rottamare” dai
titolari di aziende, dai sindacati, dalle istituzioni. Affermo tutto questo in
quanto, mio malgrado, faccio parte anch’io di questa fascia di persone da quasi
6 anni; credetemi, non è facile cercare di andare avanti in modo sempre
precario, senza sapere cosa ti aspetta il futuro, ed inoltre, anche quando si
viene assunti da un’azienda per un periodo di tempo determinato, si è sempre
visti come lavoratori di serie “B” dai titolari della stessa azienda, dai
dirigenti, perfino dagli stessi impiegati.
Ma la cosa che fa più male è il costatare che, per
quanto riguarda il problema dei disoccupati over-40 non viene quasi mai
affrontato nemmeno dai mass media; a volte ci sono degli accenni (Di questo
problema ho sentito parlare ben poche volte) ma vengono quasi subito smorzati,
quasi come se questa realtà non si volesse vedere, o peggio ancora si facesse
finta che non esista. Questo atteggiamento lo ritengo un modo molto spiccio per
gettarci pesci in faccia e relegarci sempre di più ai margini della società,
considerandoci così come “Rifiuti”. Sappiate che siamo anche noi degli esseri
umani, e questo atteggiamento mentale, oltre che scorretto nei nostri
confronti, è anche un modo molto discriminante per considerarci “Zavorra”, o
per meglio dire “Rifiuti non più riciclabili”.
Deduco tutto ciò in quanto io stessa vivo questo
problema in prima persona, ma anche perché noto che, quando si parla di
disoccupazione, si fa sempre cenno ai giovani. Senza nulla togliere a loro in
quanto sono il futuro del nostro Paese, dovreste anche affrontare il problema
dei disoccupati over- 40; tenete presente che, un disoccupato che ha superato
la quarantina d’anni, se non riesce a trovare lavoro, ha delle ripercussioni
negative non soltanto su se stesso, ma anche verso i propri familiari. Io ad
esempio, non sono sposata, vivo con i miei genitori ultraottantenni che non
hanno più una salute ferrea, e quindi ci sono dei costi per quanto riguarda l’acquisto
di medicinali, il mantenimento di una casa, le spese condominiali, le utenze.
Come credete che mi senta io quando vedo che non posso contribuire al bilancio
familiare in quanto non ho un lavoro? Tenete presente che il mio non è un caso
a parte, come me vive altra gente, ma trovo assolutamente sconcertante ed
oltremodo ingiusto il fatto di non essere nemmeno riconosciuti come esseri
umani che cercano di far valere un diritto sacrosanto (ndr COSTITUZIONALE!!!!)!
Tenete inoltre presente che, per una persona di 40-50 anni, il fatto di non
essere di sostegno economico per i propri familiari, con l’andar del tempo e
nonostante la forza di carattere, diventa deprimente e snervante vivere nella
suddetta situazione. Dovreste inoltre essere informati che,in Italia, i
disoccupati in età matura non sono un numero inferiore rispetto ai giovani; si
tratta di 1 milione e mezzo circa di persone che, con la loro esperienza e la
loro buona volontà, possono dare molto per ricostruire il mercato del lavoro se
non fossero maltrattati, o meglio se non esistesse il preconcetto “Troppo
giovani per la pensione ma troppo vecchi per lavorare”; questo modo di pensare è
molto comune tra i titolari ed il personale delle aziende, e molto spesso non
si rendono conto che, con questo preconcetto, si autoassolvono rimettendoci in
minima parte loro, ed in massima parte i candidati che dovrebbero essere
assunti ma che invece, causa età, vengono sistematicamente scartati. Faccio notare
che, per quanto riguarda il fattore età, esiste il DLGS 216/03, che recepisce
la direttiva europea 2000/78, che vieta ogni tipo di discriminazione per quanto
riguarda l’età, sesso, culto, razza; questa legge, nonostante la sua esistenza,
non viene quasi mai applicata dalle aziende, ma neanche dai centri per l’impiego
o alcune volte neanche dalla amministrazione pubblica nei suoi concorsi.. Sono
al corrente di quanto suddetto in quanto sono una simpatizzante dell’Associazione
Lavoratori over-40 guidata dal Dott. Giuseppe Zaffarano, associazione che si
occupa da 10 anni delle problematiche di chi ha perso il lavoro in età matura.
Tengo inoltre a precisarVi che una persona che perde
il lavoro in età matura, ha dei problemi ben più grandi di una persona che ha
20-25 anni, che magari non lavora ma nonostante tutto può permettersi un tenore
di vita agiato in quanto ha i genitori che lavorano e possono garantirgli il
necessario per mantenersi fino a quando non sarà economicamente indipendente.
Vi pregherei quindi, di intervenire prontamente su tale problematica di lavoro
e di tener presente anche tutte quelle persone che hanno perso il lavoro in età
non più giovane ma che sono ancora lontani dalla pensione. Anzi, a mio avviso
dovreste fare delle leggi per favorire la flessibilità di rientro sul mercato
del lavoro di questi individui. Inoltre dovreste far applicare il rispetto
della DLGS 216/03 (Discriminazioni riguardanti i limiti di età, sesso,
culto,razza) con un maggior rigore, in modo tale da facilitare ulteriormente il
rientro degli over-40 nel mercato del lavoro. Certa che prenderete questa mia
missiva non come un rimprovero ma come un consiglio, Vi porgo i miei più
distinti saluti.
Che dire? Mille bestemmie non basterebbero. Ma neanche strapparsi i capelli o spaccare un muro a testate. Questo è il dramma che chi ci comanda non sa neanche cosa sia, e non si preoccupa di saperlo.
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