domenica 15 aprile 2012

essere o non essere.... votare o non votare???


Nell’Aprile del 1993 fu promosso dai Radicali Italiani un “referendum abrogativo” per “abrogazione del finanziamento pubblico ai partiti”. Con il 90,3% gli italiani (il popolo) si espressero verso l’abrogazione del finanziamento.
Allora (espresso nei nostri Euro odierni) si trattavano di 40 Milioni di €.
Nello stesso dicembre (1993) il parlamento aggiorna con la legge 515 del 10 dicembre 1993 la legge sui rimborsi elettorali in “Contributi per le spese elettorali”. Subito applicata per le elezioni del 27 marzo 1994, per la quale vengono erogati 47 milioni di Euro (in culo alla volontà popolare). 
Oggi i 40 milioni circa di Euro sono diventati 500 milioni di Euro. Cinquecento MILIONI di Euro
E non sono un RIMBORSO, in quanto i partiti ne utilizzano (e non si sa veramente come) effettivamente un terzo.
Alla richiesta di morigeratezza richiesta dal nostro Presidente del Consiglio dei Ministri, è stata definita una commissione di Studio (stesso espediente elaborato sugli stipendi dei parlamentari) che però è stata bocciata. 
La seguente proposta è che i bilanci dei partiti vengano analizzati da una società esterna.
Tutto bene se non fosse che le eventuali irregolarità sanzionabili, saranno sottoposte ad un unico organo che le vaglierà e definirà la eventuale sanzione. Il Parlamento.
Si, sembra una barzelletta… ma ridono solo loro. 

Come la commissione di studio sugli stipendi dei NOSTRI paralmentari, che paghiamo. Istituita. Ha lavorato (non gratis). E ha “gettato la spugna”. NON E’ CAMBIATO NULLA. Ma intanto non se ne parla più.

Ma si parla, poco, di Francesco, imprenditore del centro Italia, con una piccola azienda che dal legno che amava faceva allestimenti per uffici di mezzo mondo. Non ce la fa. Fallisce. Arriva giustamente Equitalia. Gli chiede 40.000 €. Abbandonato da tutti, governo compreso, non regge il malessere, fra senso di colpa e vergogna. E si uccide. 27 anni.

La vita di un giovane imprenditore italiano, laureato, di 27 anni vale meno di 40.000 €?

E quanto valgono le vite di quei (oggi) disgraziati che hanno lavorato una vita, sono andati in pensione a 58/60 come il buon Gennaro Casafina, poste italiane e oggi, con la nuova legge,  si trova senza pensione e senza stipendio per altri 8 anni.  I famosi “esodati”.
Il governo dice che ci saranno dei soldi solo per 60.000 di loro. Potrebbero essere anche il doppio. E gli altri???

O quelli che in silenzio, figli delle “prestazioni coordinate continuative” e mai tutelati oggi si trovano a lavorare (si fa per dire) o con degli stipendi da fame (meno di 1000 € al mese) o con delle partite iva che sono tassate oltre il 62% e che, fra multe di equitalia e ritardi sulla ricezione dei propri, scarsi, emolumenti, non riescono a vivere?

Vorrei che mi deste una, solo una, buona ragione per votare chi oggi è al parlamento.
Votare chi? Chi se ne sbatte del popolo che governa?
Chi pensa, in ordine, prima a se stesso e poi alla poltrona, ai parenti e agli “amici utili”???
Perché Votarli? 
Dall’inizio dell’anno si sono suicidati 23 imprenditori.
E chissà quante famiglie sono nel “buio”. Secondo BANKITALIA, analisi primi 3 mesi 2012, un Italiano su sei (1 su 6) non arriva a fine mese.
Niente Voto. Non il mio. Fanculo.

mercoledì 4 aprile 2012

... il Lupo è tornato.


Ormai guido il mio fuoristrada da un paio di ore e sono all’attacco delle mie amate montagne.
No, non ho un SUV, macchina da fighetti. Ma un fuoristrada vero, da ammaccare, che non si spaventa se s’infanga o se fa un paio di “sponde” giù per un ghiaione.
E un po’ come un mustang per un Cowboy… Un compagno. Che non ti abbandona se lo sai ascoltare. E che ti toglie dai casini, molto spesso.
E poi mi ricorda di quando eravamo su, al Maniago, con Silvio. Quante cose abbiamo fatto insieme.
Sono quasi al punto da cui partirò. Il mio sguardo osserva attento ciò che mi circonda. Mi sento finalmente a casa. E penso…  "dovrò vivere tutta la vita in “trasferta”, in qualche puzzolente e nevrotica città?".
Non sono nato in montagna, ne ci sono andato da bambino.
E’ stato amore a prima vista, però. Avevo 21 anni. E un mio amico mi ha portato a Madonna di Campiglio. Boschi incredibili… 
Appena arrivato, sono scappato. Via. Senza pensare. Dentro quella cosa verde che mi chiamava.

Sei ore dopo ho rivisto, alla baita, gli occhi un po’ preoccupati del mio amico… “Dove cazzo sei andato?” E io…. “Li dentro. E’ …. incredibile, meraviglioso…”  
“E se ti perdevi?” Mi chiede. Io lo guardo fisso e sereno: “io non mi perdo”. 
In tutte le sei ore in cui ho camminato, sono stato seduto, ho guardato intorno a me, non un secondo ho avuto la sensazione di sentirmi “perso”.
Mi sentivo a casa. Casa. Mia. L’erba. Il dondolare lento degli alberi che si flettono piano ai colpi di vento. Il muoversi furtivo di qualche animale nel sottobosco. Il volare maestoso di una poiana. “Non mi perdo nemmeno nel basso Polesine, perché dovrei perdermi qui?” pensai, sereno.
In effetti non mi sono mai perso. In 20 anni di guida naturalistica, non è mai successo che non abbia saputo dov’ero. A parte una sola unica e incredibile volta. Ma è un’altra storia, questa. 

Ormai sono pronto. Scarponi, zainetto, bastone. Via. Si va.
Piano. Voglio sentire il terreno. Voglio educare i miei passi. Non voglio far troppo rumore.  Tutti i percorsi hanno regole. Un sentiero in montagna ha le sue. E le impari, in fretta. La montagna è un insegnante severo.
Per me camminare in un bosco è ritornare a essere. Il silenzio. Le emozioni. I pensieri che piano piano rallentano… e tornano ad una velocità sostenibile.

David Linvingstone, durante le sue infruttuose ricerche delle sorgenti del Nilo, all’inizio della sua ricerca obbligò a marce veloci i suoi portatori. 
Un giorno, nei pressi del Lago Vittoria, svegliatosi di buona mattina, chiese agli uomini di prepararsi in fretta per ripartire. Ma i portatori si rifiutarono. Interrogati da un interprete, risposero. “Stiamo aspettando la nostra ombra: abbiamo viaggiato troppo velocemente e l’abbiamo lasciata indietro.”

Ogni viaggio, anche la più semplice passeggiata ha il suo tempo. La necessità dei sensi di percepire, orientarsi, riconoscere, capire. Oltre il parlato o il materiale, ma nel campo del sentire.
Camminare mi aiuta nell’esercizio di ri - imparare ad ascoltare. Me e ciò che ho intorno.

Cammino da due ore ormai. Penso che nell’ultimo mese, non mi è mai capitato di stare in silenzio così tanto. Mi serviva. Mi fermo. Mi guardo intorno. Penso che potrei stare fuori due giorni come qualche ora. Vedremo. Annuso l’aria. Vedo poco cielo e tanti alberi, ma non vedo le nuvole. 
Non dovrebbe piovere. Sono fortunato. Per ora.
Riparto. Verso il verde, verso la cima. So che tornerò. Prima o poi.